Adolfo Feragutti Visconti (Pura, Canton Ticino, 1850 - Milano 1924) è considerato uno dei maggiori artisti ticinesi attivi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Villa dei Cedri, dopo la prima antologica realizzata — in collaborazione con la Pinacoteca Züst — nel 1991, dedica al pittore una nuova esposizione che documenta con esempi di eccellenza l’intero percorso artistico di Feragutti, offrendo al pubblico un panorama dell’evoluzione della produzione e della poetica del pittore: un artista che in oltre quarant’anni di intensa attività e costante presenza alle rassegne espositive internazionali maturò un proprio personalissimo linguaggio, sorretto da una magistrale tecnica pittorica. Il Museo prosegue così la sua opera di valorizzazione della creazione artistica legata al territorio, e restituisce uno sguardo completo sull’opera di Feragutti, anche grazie a un nucleo nutrito di dipinti venuti alla luce in occasione dei più recenti studi.
Curata da Giovanna Ginex, specialista dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, e da Anna Lisa Galizia, la mostra rappresenta un momento di approdo e di completamento di un lungo lavoro di ricerca sull’artista. È infatti l’esito di un percorso di studi che trova il suo punto cardine nella realizzazione di un importante volume monografico edito nel 2011 (Adolfo Feragutti Visconti. 1850–1924, Cornèr|Skira), sempre curato da Giovanna Ginex.
La libertà della pittura rende omaggio al linguaggio unico che contraddistingue l’artista. L’esposizione riunisce, inoltre, per la prima volta, la serie di pastelli de Le maghe persiane, conservati in collezioni pubbliche e private svizzere e italiane. Largo spazio è lasciato anche alle opere realizzate durante il soggiorno in Argentina, in particolare ai dipinti riportati dalla Patagonia, dove si consolida il suo personalissimo stile, che lo porta ad abbandonare linee e contorni, privilegiando le qualità della materia e del colore pur senza intaccare l’esito della rappresentazione. La rassegna, ricca di oltre ottanta dipinti, organizzata secondo un doppio binario espositivo (cronologico e tematico), documenta queste trasformazioni, offrendo un percorso ragionato che illustra i maggiori orientamenti del lavoro dell’artista.
Adolfo Feragutti Visconti dopo la morte del padre, a soli 16 anni migra a Milano per apprendere l’arte pittorica. Dopo un’esperienza nell’ambito dell’artigianato artistico, con il desiderio di affinare la sua tecnica, dal 1868 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Supera i corsi con profitto e nel 1873 esordisce come pittore prospettico. Da qui prende avvio una carriera che, in oltre quarant’anni di intensa attività e costante presenza alle rassegne espositive nazionali e internazionali, gli vale numerosi riconoscimenti. Feragutti sperimenta diverse espressioni artistiche: pittura di storia, pittura di genere, en plein air (che gli conferisce anche la fama di pittore colorista) e una grande attenzione per la natura morta che, a partire dal 1883, lo accompagnerà per almeno due decenni. Sperimenta e approfondisce parallelamente anche altri generi, a partire dalla ritrattistica su committenza, grazie alle numerose richieste di un’appassionata borghesia milanese e ticinese. Il suo variegato percorso artistico lo avvicina anche alla pittura sociale, per abbracciare infine la pittura sacra e il Simbolismo, concentrati attorno alla ripetuta rielaborazione di selezionati soggetti femminili, come nei magistrali pastelli Le maghe persiane, esposti più volte, con diverse configurazioni e scambi tra i pannelli presentati, tra il 1904 e il 1924.
Anche negli ultimi anni di vita, il successo di pubblico e critica sempre riportato da Feragutti, portarono all’artista nuove commissioni; inoltre, le sue opere continuavano, e continueranno, ad essere ricercate anche dal collezionismo di nuova formazione.
Tra le sue opere tarde, spiccano per assoluta qualità pittorica, per il personale e modernissimo uso stemperato e fluido del colore, La signora delle ortensie, gran ritratto alla moda esposto nel 1921, e il Ritratto femminilerealizzato dal pittore tra il 1920 e il 1924, anno della morte. Il dipinto rappresenta una delle vette della ricerca estrema del pittore, condotta principalmente sul ritratto all’aria aperta e caratterizzata soprattutto da una forma pittorica libera, evanescente e svaporata, modulata con una personale e raffinata tavolozza giocata su toni chiari.
A cura di Giovanna Ginex e Anna Lisa Galizia
Sostenuta da:
- Cornèr Banca, Lugano
Per l'occasione è stato pubblicato il catalogo
La libertà della pittura. Adolfo Feragutti Visconti. 1850-1924
a cura di Giovanna Ginex
136 pagine, illustrazioni a colori, brossuraEdizione Skira 2013
18.- chf la copia | 15.00 eur la copia, spedizione a parte
Questa esposizione e il catalogo che l'accompagna sono stati realizzati grazie al sostegno di
Cornèr Banca, Lugano
Visibile in contemporanea
La Raccolta Eugenio Balzan a Bellinzona
Dopo il grande successo della mostra «La Raccolta Eugenio Balzan a Bellinzona 1944 | 2012» in corso dal 29 settembre scorso, il Museo Civico Villa dei Cedri annuncia che le opere della collezione saranno ancora esposte sino al prossimo novembre. Un grande successo di pubblico ha caratterizzato la rassegna che ha celebrato, dopo quasi settant’anni di assenza, il ritorno a Bellinzona della prestigiosa raccolta di Eugenio Balzan (1874 - 1953); un insieme di opere considerate vertici assoluti della pittura del secondo Ottocento italiano. Attraverso la ricostruzione del contesto storico, sociale e culturale nel quale ha vissuto il collezionista, la mostra — curata da Anna Lisa Galizia, conservatore del Museo, e da Giovanna Ginex, storica dell'arte — è stata anche l’occasione per conoscere le vicende umane e artistiche di Balzan: generoso mecenate, giornalista e importante amministratore del Corriere della Sera che ha vissuto in Italia e in Svizzera tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
Grazie alla collaborazione della Fondazione Internazionale Balzan e al consenso riscontrato nel pubblico elvetico e italiano, al secondo piano del Museo sarà dunque possibile ammirare sino al prossimo novembre, in un allestimento dedicato, un nucleo di preziosi dipinti di assoluta qualità artistica e di norma non visibili al pubblico tra cui spiccano le opere dei lombardi Mosè Bianchi, Eugenio Gignous e Gaetano Previati, dei veneti Giacomo Favretto, Luigi Nono ed Ettore Tito, dei toscani Giovanni Fattori e Plinio Nomellini e dei napoletani Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti.
Le sale del pianterreno e del primo piano del Museo, a partire da sabato 23 febbraio, ospiteranno la mostra«La libertà della pittura. Adolfo Feragutti Visconti (1850-1924)». A vent'anni dalla prima personale organizzata in Ticino, allestita al Museo Civico Villa dei Cedri e alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, l'esposizione ritraccia con esempi di eccellenza l'intero percorso dell'artista al fine di avvicinare il pubblico odierno alla sua unicità. Accanto ai dipinti in collezioni pubbliche, in mostra si potranno ammirare anche opere raramente o mai esposte prima.
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